Forse di me sapete poco

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Forse non è nemmeno che sia così fondamentale sapere qualcosa di me. Ma è ragionevole che ve lo dica lo stesso. In fin dei conti ho scritto dei libri e nessuno leggerebbe volentieri dei libri di qualcuno di cui non sa assolutamente niente.

Sono nato nel novembre 1964 in un paesino di provincia nei pressi di Bassano del Grappa, in Veneto. Un paese che in quegli anni era una grande fabbrica di ceramica. Un po’ come ne “Il maestro di Vigevano” di Lucio Mastronardi.

Il 1964 è l’ultimo anno di crescita demografica nell’occidente.
Sono quindi uno degli ultimi appartenenti alla generazione dei baby boomers… beh non che ci sia da rallegrarsene visti i risultati, però ve lo dico perché gli anni in cui sono nato e cresciuto erano proprio diversi. Come quei documentari in bianco e nero di Nanni Loy.

E’ anche l’anno dove dopo il “miracolo economico” appare la prima congiuntura e scoppia la prima crisi politica in Italia. Cassius Clay, si chiamava ancora così, vince il campionato del mondo di Boxe e in URSS Khrushchev viene sostituito da Leonid Brezhnev. E’ l’anno in cui si inaugura l’Autostrada del Sole Milano mentre si fanno arrestare le prime donne in topless sulle spiagge. Un mondo sospeso tra ingenuità e peccato, pensate che a New York, durante la prima serata di partecipazione dei Beatles all’Ed Sullivan Show non avviene nemmeno un crimine giovanile.
Io il 1964 non me lo ricordo ma mi piace pensare di essere nato in un mondo che non c’è più.

Gli anni settanta li ho passati tra le medie ed il liceo cercando di capire se fossi operaio o padrone, di destra o di sinistra, ateo o cattolico. Quegli anni erano così. O di qui o di lì. Per fortuna è finita. Per fortuna davvero, perché quando iniziarono sulla RAI il programma “Odeon – tutto quanto fa spettacolo” nel 1977, i miei genitori si chiudevano a chiave in camera per evitare che io e i miei fratelli potessimo essere turbati dai primi nudi integrali. Che mondo strano a guardarlo dal 2016. Ma allora era così e mi sembrava naturale.
Mi sono laureato in economia e commercio e capisco che possa anche non essere sempre un buon segnale. E poi aggiungiamo che ho anche prestato servizio come carabiniere ausiliario mi aspetto che come minimo usciate dal sito. Però a me non è dispiaciuto passare un anno a fare qualcosa e ho trovato un sacco di gente in gamba che si danna per sistemare cose con pochi mezzi e molta buona volontà.

Ho sempre lavorato nell’area delle vendite e del marketing, accostando, anzi sovrapponendo il mio lavoro con la mia passione. Sono stato fortunato nell’incontrare aziende e gente giusta e pragmatica, buona e dura, amorevole ma con senso pratico. Mi hanno insegnato cose che considero importanti e che sono poca cosa rispetto a quello che ancora non so…

Credo di avere sempre desiderato di potere fornire al prossimo delle chiavi di lettura di ciò che accade in modo che, questa vita, già così dura, possa essere affrontata in modo più sereno e costruttivo. Non solo sul lavoro. Specialmente ora che la vita familiare e personale si intreccia e si fonde con il lavoro.
Ho creduto che questa passione potesse essere appagata attraverso la scrittura e la formazione.
E finora non mi sono sbagliato. Anzi forse è il momento per ringraziare tutti quelli che continuano a darmi conforto e supporto con la loro riconoscenza ed amicizia.

Certo mi chiedo perché proprio io dovrei fornire chiavi di lettura ad altri. In fin dei conti anche Ligabue dice che sappiamo benissimo sbagliare da soli. Condividi il Tweet

La risposta è che io faccio solo da traduttore, da legamento, da lievito. Porgo materiale utile e sensato e in continua evoluzione.
Provo ad offrire cibi di facile digeribilità ma nutrienti. Metto a disposizione strumenti da portare via e non da noleggiare. Per il resto provo e riprovo io stesso.

Una cosa mi sta a cuore. Spiegare che non sono e non sono mai stato un fanatico delle teorie sul successo inteso nel senso di “più potere, più soldi, più…”. Faccio del mio meglio perché tutti raggiungano il loro “Successo”. Che significa vedere realizzati i propri ideali per quanto strani o piccoli che siano.
Dal tenere bene il proprio giardino ad allevare un figlio. Dal laurearsi a godersi i propri genitori anziani.

Se poi qualcuno ha deciso di essere felice solo se sarà milionario o se diventerà dirigente o quando potrà guidare la propria Porsche Carrera 4…
Beh… io rispetto la scelta. Ognuno fa la sua. Basta che porti felicità senza arrecare danno al prossimo e si ricordi che esistono persone che hanno bisogno di una sua mano, una sua spinta, un suo aiuto solo per poter sopravvivere…in tutti i sensi.

Basta che ricordi che tutto nella vita può cambiare come una spiaggia paradisiaca e tranquilla colpita da un inaspettato tsunami…

Quindi non aspettatevi uno scrittore e degli scritti ossessionati dai luoghi comuni sul successo. Aspettatevi piuttosto semplicità. Tanto più spiazzante quanto più semplice.

Perché accettare che la vita riservi soddisfazione tanto quanto più semplicemente si ragiona è un fatto che spiazza. Che mette in ridicolo i tentativi che vediamo ogni giorno ad opera di esperti di “vita” di sovrastrutturare tutto e tutti. Io ho molta fiducia nella capacità di ognuno di curare i propri interessi e la propria crescita senza necessariamente affidarsi ad altri e mi sarebbe piaciuto scrivere quello che Herman Hesse fa dire Siddartha: ” Non tocca a me giudicare la vita di un altro”.

Lo so… è una biografia un po’ strana di me e nemmeno un po’ completa, capisco, ma di biografie normali ne troverete già tante.
Non volevo annoiarvi.

Da qui invece potete scaricare una copia del profilo dettagliato e una sintesi della mia attività social.

 

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