Tre spunti per diventare manager più bravi

In Approfondimenti, La Grande differenza
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I leader non sono figure mitologiche, con un sapere enciclopedico e un grande carisma iscritti nel loro DNA.
Al contrario, i leader migliori che ho incontrato nella mia vita professionale lo erano perché si concentravano incessantemente sulla propria crescita professionale per migliorare se stessi e gli altri.

In un recente articolo della rivista Fast Company sono stati elencati alcuni modi scientificamente provati per diventare un manager migliore.

Alcuni, come la pratica dell’ascolto attivo, la responsabilizzazione dei propri collaboratori, la capacità di ispirare e quella di riconoscere il talento dei propri dipendenti sono indubbiamente elementi importanti, ma li considero piuttosto requisiti per agire la leadership e tenerla allenata.

Su altri 3 vale la pena soffermarsi per approfondire

1 * Allenare la capacità di fare le domande giuste
Fare le domande giuste è più complesso di quello che si possa pensare. In generale, porre domande aperte, ampie, ingenue e persino scomode ha molte più possibilità di restituire al leader ciò che ha bisogno di sentire, piuttosto che quello che vorrebbe sentire. Fare domande è anche un ottimo modo per (ri)stabilire la sicurezza psicologica, perché favorisce la discussione aperta e innesca i conflitti.

2 * Farsi conoscere meglio dal proprio team
La fiducia è ai minimi storici nel panorama lavorativo. Ma resta un pilastro fondamentale per la leadership. Per essere capi migliori bisogna fare in modo che i propri collaboratori vedano qualcosa in più dell’archetipo della figura professionale che lavora, qualcosa che abbia a che fare con la sfera personale.

3 * Insegnare, anziché ammaestrare
Per la posizione che ricoprono in azienda, i leader svolgono un ruolo più attivo di altre figure nel migliorare le conoscenze e le prestazioni degli altri.
La condivisione delle esperienze del leader è spesso un fattore fondamentale per la crescita dei suoi collaboratori. Per questo è fondamentale trasmettere insegnamenti, più che direttive; metodi, più che risposte.

Quello che mi capita di notare è che negli ultimi anni viene sempre di più a mancare il passaggio di consegna delle competenze tra i leader e le risorse più giovani.
L’assenza di un affiancamento in qualche modo dissacra l’importanza di ereditare metodi e insegnamenti dal passato, e aumenta la distanza generazionale che oggi rende tavoli di confronto sul lavoro sempre più urgenti.

“Un manager non può recitare come fosse un modello. Deve essere un modello”.

Ben Horowitz

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