La grande opportunità: ricominciare

In Talento e responsabilità
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Ho sempre aspirato a compiere percorsi netti, puliti, senza errori mentre tutto, intorno a me, dava invece segnali di imperfezione e approssimazione.  Sognavo un percorso netto. Poi ho capito...

Ho sempre aspirato a compiere percorsi netti, puliti, senza errori mentre tutto, intorno a me, dava invece segnali di imperfezione e approssimazione.

La tosse asmatica che mi levava il fiato era un avvertimento che non tutto funziona bene sempre. I clienti quando non pagavano il lavoro dei miei genitori, mi suggerivano che non tutto si incastra nelle vicende umane. La tragedia di mia cugina, rimasta uccisa da una insensata quanto banale, scivolata con la Vespa mi gridava che le favole non finiscono sempre bene. Oppure, più probabilmente, voleva dirmi che la vita non è sempre una favola.

I bulli che a scuola mi levavano la serenità per i motivi più cattivi e assurdi, che solo nella testa di un bimbo possono diventare delle catastrofi irrimediabili, erano l’assaggio di un menù più completo, di tanti altri gesti inutilmente cattivi che avrei assaggiato e fatto assaggiare strada facendo.

Eppure non ho mai pensato che non si potesse fare un percorso netto.

Il percorso netto, è quando tutto va bene. Nell’ippica per esempio significa che si superano tutti gli ostacoli e si finisce nel tempo stabilito. Monti il cavallo della tua esistenza e lo conduci dove vuoi.

Ostacolo! Hop! Riviera! Hop! Hop! Fosso! Hop! Hop! Hop!

Cosa ci vuole in fondo?

Il percorso netto è un serpentone di fatti senza incidenti.

Un filo, infinitamente lungo e regolare. Di un colore che ti piace, di un titolo, come direbbe un esperto definendo il rapporto tra lunghezza e peso, adeguato alle tue spalle. Nella mia testa, la storia della mia vita si sarebbe potuta dipanare come un gomitolo ben raccolto.

Hai presente quando compri un gomitolo di lana nuovo di zecca?

É tutto ben fatto, ben avvolto. Niente nodi o grovigli. E per il tempo in cui lo osservi e lo svolgi con cura, per i primi centimetri, sei quasi certo che, se vorrai, lo rifarai su bene come prima. Cosa ci vuole in fondo? Basta un po’ di attenzione.

A me è capitato tardi di capire che l’attenzione non risolve tutto.

Ero già uomo fatto.

C’è a chi capita prima. A chi capita poi. A pochi non succede mai.

L’attenzione può farti fare un percorso netto. Salti più in alto o più in lungo dei problemi. Ma ci sono ostacoli più alti e più lunghi. E arriveranno. L’attenzione da sola non può farti fare tutti i percorsi netti. L’attenzione ti aiuta per qualche pezzo del tuo filo. Ma non ti tiene in ordine tutto il gomitolo.

Ho passato molti anni a cercare di dribblare le questioni più difficili. E devo dire che ci sono anche riuscito per un bel po’. Ma arriva un momento in cui il tuo gomitolo ormai aggrovigliato, ha più asma di te.

Respirerebbe affannosamente, se un gomitolo potesse respirare.

Ti chiederebbe di lasciarlo lì a riprendere fiato.

Come il tuo cavallo sfinito di fronte ad un concorso ippico che non finisce mai.

E l’attenzione non basta più.

É il momento della verità

Non farai un percorso netto.

Manda giù questa notizia. Non avrai più un gomitolo perfetto, come appena uscito dal negozio. Non direi che sia un momento semplice. É un “coming out” dell’esistenza. Magari intravisto ma difficile da mandare giù.

Nessuna delle persone con cui ho parlato di questo argomento mi ha detto di avere scoperto questa umana debolezza con tranquillità. Anzi qualcuno è rimasto indefesso a lottare per avere un bel voto da chissà chi, sacrificando la serenità con un compito di perfezione assegnato quando ancora sei all’asilo da un altro chissà chi.

Scelte

Ma per quanto mi riguarda, la scoperta amara che non avrei mai riavuto indietro la mia perfetta verginità, la mia patente di uomo infallibile con tutto il suo originale punteggio, si è presentata in compagnia di una altra scoperta più imbarazzante ma infinitamente corroborante.

Che la perfezione non è il percorso netto.

Che il fantastico non è il gomitolo ordinato.

Niente di tutto questo è reale.

Tutto questo è più il regno delle pubblicità per vendere le cose che la vita delle donne e degli uomini.

Ho scoperto, purtroppo in ritardo su quanto sarebbe stato bene, che il compito non è la linea retta, il foglio senza macchie, il maglione senza pelucchi.

Ma è invece quante volte sei capace di provare a ridisegnare quella linea, a girare l’attenzione su una nuova pagina, a levare i pelucchi dal maglione o indossarlo orgogliosamente, con tutti i pelucchi che non tirerai mai più via, che la tua vita non è un chiavetta usb che vuoti e riempi quando vuoi. É più una pelle, che si lacera e taglia e si rimargina, lasciando spesso il segno.

Ad averlo saputo prima avresti evitato di perdere e fare perdere anni di leggerezza esistenziale a te stesso e agli altri. Ma il punto è proprio questo. La vera opportunità è questa.

Ricominciare ora, per il fatto che si può e si deve ricominciare.

Ricominciare imboccando altre strade, scoprendo nuove persone, preparando nuovi zaini, indossando nuove scarpe. Con tutta la fatica che serve, perché al cervello non piace sentirsi dire che c’è da ripartire.

Troppo orgoglio.

Lì serve l’attenzione davvero.

La grande opportunità: ricominciare

Perdonandoti e perdonando.

Non perché sei Gesù, ma perché sei vivo. Non serve molto altro per abbracciare la consapevolezza che non avrai altre chance prima o poi.

Ancora una volta ripartire perdonandoti e perdonando.

Che vai bene così, che gli altri vanno bene così, con tutti i percorsi netti che non sei riuscito a fare in vita tua e con tutti i percorsi netti che non riusciranno a fare gli altri nella loro.

Non era quello il gioco. Avevi capito male, ma adesso hai capito?

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