Ma siamo mai stati piccoli? Rotolando giù per le curve della vita me lo chiedo. Sono stato mai fragile e indifeso? Incapace di fare un passo senza che qualcuno mi accudisse? Un pezzettino di anima che aveva bisogno che un’altra anima, più grande, lo aiutasse a prendere il volo per sollevarsi da terra?
Mi piacerebbe tanto dirmi di sì e prendermi in braccio qualche volta.
Mi piacerebbe farmi prendere in mano e rannicchiarmi come un gheriglio di noce.
E tirarmi la trapunta sulla testa.
Io penso che se ogni tanto, dopo che il programma giornaliero mi ha centrifugato e drenato anche le ultime gocce di umanità, mi ritrovo a desiderare di tornare piccolo per una notte un motivo ci sarà.
Sì, forse siamo stati tutti piccoli.
E siamo stati capaci di fare a meno di tutte quelle sicurezze e tendere la mano.
Abbiamo avuto fiducia, senza essere certi di potercelo permettere.
Una cosa che da grande non fai più.
Piuttosto muori.
Invece quando ti fermi e respiri più a fondo, in quelle notti in cui il silenzio neutralizza tutti i rumori del mondo, ti ritorna in mente che mica puoi fare tutto tu da solo.
Lo sai che è impossibile, inutile, doloroso.
Già.
E’ il momento quello, di chiedere che qualcosa, che qualcuno, si prenda cura di te, anche se sei grande, se sei cresciuto e le staffilate del tempo ti hanno lasciato segni.
Segni impossibili da coprire con il make-up delle chiacchiere tra amici.
Quelle che servono solo per il quotidiano.
Quelle che servono solo per sopravvivere.
A volte serve farsi abbracciare dal più grande e infinito.
Qualcosa o qualcuno che ti sussurri all’orecchio che sei parte di un pezzo più grande e che ti devi fidare e tendere la mano.
Che va bene così e che ritroverai la strada.
Ognuno ha la sua voce, il suo Dio, la sua coperta magica, il suo amico immaginario, la sua mamma spaziale, il suo papà gigante o i nonni misteriosi, a cui affidarsi, anche se non sono proprio lì.
Da qualche parte qualcuno che ti vuole bene indipendentemente da ogni cosa c’è.
E’ questione di fede e la fede è una caratteristica che dimostri quando torni piccolo.
Quando tendi la mano senza chiederti se farai bene o male.
Solo perché ci credi.
Ogni grande notte di silenzio dovrebbe portare fede.
Ogni grande buco e assenza dovrebbe fare crescere la voglia di ricominciare da quel punto zero in cui un’anima più grande ha soffiato nelle vele della tua.
E ti ha fatto prendere il volo.
Se è successo una volta, può succedere ancora.

Manager, Advisor, Autore, Speaker|
Per oltre trent’anni sono stato nel mondo delle vendite, iniziando da agente sino ad arrivare ad occupare posizioni apicali in aziende come Diesel, Adidas, 55DSL, OTB.
Parallelamente ho iniziato ad avvicinarmi al mondo della motivazione e della crescita personale, convinto che spetti sempre a noi prendersi la responsabilità delle nostre esistenze.
Questo mi ha portato a studiare, cercare, testare, risposte ai continui quesiti della vita e del lavoro, come: “Perché alcune persone sono in grado di correre ultramaratone e altre faticano ad alzarsi dal divano?” “E perché le stesse persone che corrono una ultramaratona nel weekend, in ufficio svogliate ti rispondono: Prenditela tu la risma per la stampante?”
Da ormai vent’anni ho fatto di questo il mio lavoro e la mia missione, aiutando individui e organizzazioni a raggiungere gli obiettivi mantenendo la propria umanità.
Alcune delle aziende e organizzazioni con le quali ho collaborato, come formatore e speaker, comprendono: Amway, Banca Mediolanum, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Bayer, Calzedonia, Cassa Centrale ,CNA, Confartigianato, Confindustria, Giuffrè Editore, Herbalife, Juice Plus, Just Italia, JUUL, LIoyd’s, Liu·Jo, Lotto, Nespresso, Revlon, Scavolini, Sony Italia, UNIPD, Wella e molti altri.
3 Comments
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Ecco…
Innanzitutto ben tornato con le tue riflessioni ed i tuoi racconti che tanto ci danno in termini di spunti su cui ragionare intimamente.
E poi questa tua riflessione intercetta uno dei grossi filoni su cui sto lavorando da mesi con fatica. E che si manifesta con una forma leggermente diversa: fiducia.
Già, perché tendere la mano per chiedere aiuto vuol dire anche avere fiducia (più o meno cieca) nel prossimo.
Nervo scoperto e sensibile.
Una bella nevralgia che ogni tanto fa “saltar per aria”.
Fiducia e tendere la mano.
Due cose che – almeno per me – vanno anche ad agganciare il concetto (più adulto) della delega.
Se hai fiducia, deleghi.
Se hai fiducia, tendi la mano.
Tendendo la mano, rendo com-partecipe qualcun altro. Adottando una sorta di “delega”.
Grazie per la tua riflessione.
Grande Seba… Beh che dire… come sempre hai colto nel segno, avere fiducia non è facile!
Sono stata piccola una volta. Intorno ai 35 anni.
Da bambina invece per me vigeva quel “piuttosto muori”.
Credo che chi mi ha insegnato ad essere piccola, anche se per breve tempo, mi abbia salvato la vita.
Ci rifletto ogni tanto. Non so se ho imparato bene come si fa… ma quel poco che ho imparato è vitale.
…imparare…? No, forse è sperimentare. Se lo sperimenti puoi sapere che si può fare e rifare.
Grazie Sebastiano 🙂