Il verde e il blu: quale è il nostro progetto umano? (Da oggi in libreria il nuovo libro di Luciano Floridi)

In Approfondimenti, La Grande differenza
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Da oggi in libreria “Il verde e il blu”, il nuovo libro di Luciano Floridi, una delle voci più autorevoli della filosofia contemporanea, è professore ordinario di Filosofia ed Etica dell’informazione all’Università di Oxford, dove dirige il Digital Ethics Lab, e chairman del Data Ethics Group dell’Alan Turing Institute, l’istituto britannico per la data science. Un libro che, anche alla luce della pandemia, risulta quanto mai attuale, e che ci sfida tutti con una domanda fondamentale: qual è il NOSTRO progetto umano? 

Il Professor Floridi mi ha dato il privilegio di leggerlo alle soglie della pubblicazione, di seguito alcune brevi riflessioni.

Di cosa si occuperebbe oggi Platone?

Chiedersi cosa farebbero e come si comporterebbero i grandi personaggi della storia, se calati nella nostra realtà contemporanea, è un esercizio di pensiero divertente e stimolante.

Se chiedete al Professor Floridi di dirvi quale possa essere il senso della filosofia – una disciplina che molti considerano ancora astratta – nell’era dei robot e dell’intelligenza artificiale, vi risponderà proponendo un esercizio simile.

Di cosa si occuperebbe Platone se vivesse nel ventunesimo secolo, tra social e nuove tensioni sociali?

Il professor Floridi spiega come la filosofia sia un’onda sinusoidale, composta di alti e bassi. I punti più alti sono quando la filosofia si occupa dei problemi filosofici, mentre i punti più bassi ci sono quando la filosofia si occupa dei problemi dei filosofi. Quando si occupa dei problemi autenticamente filosofici, la filosofia ha un rapporto con il mondo vivace, persino traumatico per certi versi.

I veri filosofi hanno il coraggio di dialogare con i problemi pressanti del proprio tempo. Questi problemi vengono plasmati e trasformati dalla storia; un po’ restano sempre gli stessi, un po’ si rinnovano.

La filosofia invece diventa irrilevante, e quasi nociva, quando smette di pensare ai problemi filosofici e riflette soltanto su se stessa. Quando Platone è sostituito dai platonisti, Aristotele dagli aristotelici, Cartesio dai cartesiani, la curva scende.

I platonisti, ad esempio, si occupano non dei problemi filosofici ma di Platone.

Questo è un lavoro sterile, scolastico, di antiquariato, senza sbocchi nella vita reale. È pura filologia, un po’ come collezionare francobolli.

In altre parole, potremmo dire che se Platone fosse in mezzo a noi più che di caverne si occuperebbe di ambienti digitali e più che di tecnologia, giusta o sbagliata, si occuperebbe del giusto impatto e della relazione tra tecnologia e umani.

Che sembra essere la missione di Luciano Floridi, convinto sostenitore che la filosofia, anche alla luce della pandemia, abbia la grande opportunità, di tornare sulla cresta dell’onda e che quindi per farlo non debba chiudersi in se stessa ma aprirsi alle vere sfide che ci circondano.

Il suo nuovo libro, “Il verde e il blu. Idee ingenue per migliorare la politica”, conferma un approccio estremamente affascinante quanto concreto. Me ne ha parlato durante una intervista nel mio programma “Rust Never Sleeps” sulla Community Facebook  :“Quelli che fanno la grande differenza” a cui ha generosamente e gentilmente partecipato.

Il Verde e il Blu: pensare insieme per un progetto insieme

Immaginiamo di andare di casa in casa, tra le famiglie, e di chiedere al marito e alla moglie, o al compagno e alla compagna, quale sia il proprio progetto. Ciascuno risponderà del suo ma è probabile, si auspica, che ne abbiano anche e soprattutto uno comune. Se così non fosse, lo stesso concetto del matrimonio o di convivenza, sarebbe certamente messo in discussione.

Perché allora come umani ci ostiniamo a pensare in modo separato? E perché la politica, l’economia, le scienze sociali continuano a fare altrettanto?

Introdotta con una metafora, che lo stesso Professore utilizza, la tesi del libro parte da qui: da una necessaria innovazione di approccio nel pensiero, dal passaggio dalle cose alle relazioni; un passaggio che altre scienze, come la matematica, hanno fatto da tempo.

La matematica, ad esempio, non riguarda i numeri ma le relazioni che vi sono tra loro: numeri come rapporto tra le operazioni.

Il primo punto per adeguarsi davvero a questo ventunesimo secolo di cui tutti parlano, riguarda allora innanzitutto smetterla di pensare in termini di cose e iniziare a pensare in termini di rapporti tra le cose. Di relazioni.

“Una società è la totalità delle relazioni che la costituiscono. Questo perché la società è formata, e non meramente composta, da tanti individui, che non sono come sassi raccolti in un cumulo.”

Un approccio che sembra maturo percorrere e che, più che nuova è da sempre alle basi delle tradizioni e culture umane.

La costituzione americana si apre ad esempio con la frase “We the people”, noi come società umana. Il secondo articolo della nostra Costituzione parla di solidarietà, un sentimento che può esistere solo se pensiamo in termini di relazioni.

Se il ventesimo secolo è stato dunque il secolo dell’individualismo, il ventunesimo secolo è quello in cui, anche alla luce della pandemia dobbiamo farci seriamente una domanda: qual è il NOSTRO progetto umano?

Il Verde e il Blu, colori che possiamo identificare rispettivamente con gli ambienti (naturali, sociali, economici) e il blu (la tecnologia e come la usiamo), può senz’altro essere la strada.

“Il matrimonio tra tecnologia e ambiente è vitale per la prosperità del pianeta, dei suoi abitanti, e quindi di ogni società, inclusa quella italiana. Perciò oggi le soluzioni trovate dalla politica buona, per perseguire il progetto umano, devono essere sia verdi, riguardando l’economia ambientalista e della cultura, sia blu, riguardando l’economia digitale e dell’informazione!

Idee ingenue per il ventunesimo secolo

Il libro risulta molto piacevole da leggere, caratterizzato da un approccio che cerca realmente di mettersi in contatto con il lettore, senza trincerarsi dietro ragionamenti complessi e giri di parole.

“Gli orpelli eruditi o retorici appesantiscono la filosofia inutilmente,  nascondendo la sua struttura razionale e funzionale. Non servono, anzi distraggono. Ho cercato di evitarli.”

Ha una struttura lineare e presenta 100 idee o meglio tesi che ne rendono la lettura ancora più facile – “confutabile” direbbe Floridi.

Tra queste ne espongo due che, date la mia attenzione verso il tema delle Alternative, mi hanno colpito particolarmente e che nel libro vengono presentate andando oltre l’individualismo di cui parlavamo e che caratterizza molto del nostro fare quotidiano.

  • Una buona democrazia consente di scegliere tra alternative reali. Questo perché la moltiplicazione o superfetazione delle scelte e la mancanza di reali alternative di contenuto è l’indice sistematico dell’antidemocraticità di un regime politico, riducendo lo spazio della decisione politica: si sceglie tra opzioni (come nel menu di un ristorante), ma non si decide tra alternative (a quale ristorante andare).
  • Una buona democrazia offre la giusta granularità di alternative. Questo significa che tanto più si raccolgono pacchetti di scelte (bundle) in singoli blocchi sui quali chiedere di decidere politicamente, tanto meno buona è la democrazia in questione. Questo è un argomento a favore di un sistema maggioritario e contro un sistema puramente proporzionale.

Un libro che ci può aiutare a scegliere bene coloro ai quali dare fiducia  e a comprendere come dovremmo porci virtuosamente di fronte alla politica.

Potete trovare il nuovo libro di Luciano Floridi, Il verde e il blu, in libreria e nelle principali librerie on line anche in formato kindle.

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