Ogni tanto me lo dimentico

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Io non so se davvero ho il diritto di dire basta, di fermarmi, di mollare la presa.
Mi piacerebbe dirmi che, si , posso fare finta di nulla e rinunciare.
Che non importa e che in fin dei conti tanti altri hanno fatto a meno di correre dietro ai loro sogni, come si fa con una ragazza che non ti vuole.
Sarei in buona compagnia mi dico.
Nessuno avrebbe da ridire.
E forse dormirei sereno.
Anche troppo sereno.
Mi confonderei con la morte.
Ed avrò tempo per dormire e anche per rimanere morto.
Ne avrò una infinità di tempo per rimanere immobile.
E deve essere il Cielo, o chi ci sta dietro, o solo una fortuna che non ho fatto nulla per meritare che quando dubito mi fa incontrare il messaggio giusto.
Il segnale appropriato che non posso posso ignorare.
Devo fare due cose.
Una è scriverlo, per non dimenticare.
L’altra è andare avanti con quello che ho in mente ed essere leale con me stesso.
Per quanto a volte possa sembrare impossibile, stupido e senza senso.
Scopro che non ho nemmeno provato ad insistere.
Come fanno Dick e Rick Hoyt.
C’è da fare quello che si deve fare quando si deve fare.
Ogni tanto me lo dimentico.
Ogni tanto me lo ricorda.
A ognuno la sua storia.
A ognuno la sua avventura.
A Dick e Rick Massimo Rispetto.

Il  Team Hoyt  è composto da padre (Dick Hoyt) e figlio (Rick Hoyt). Insieme gareggiano in varie discipline sportive come  il triathlon o la maratona. Rick è rimasto colpito da  paralisi cerebrale infantile  causata  dal mancato apporto di ossigeno al cervello  al momento della nascita (10 gennaio 1962), quando il  cordone ombelicale  si è attorcigliato attorno al collo.
Dick trascina il figlio adagiato in un canotto nelle gare di nuoto, lo trasporta su una bicicletta con una apposita seduta anteriore nelle sessioni di ciclismo e lo spinge su una sedia a rotelle sportiva nelle gare di corsa.
I medici dissero ai genitori che Rick avrebbe vissuto in uno stato vegetativo ma questi, con l’aiuto di tecnici e ingegneri della Tufts University, si accorsero che il figlio mostrava una particolare intelligenza espressa principalmente con il senso dell’umorismo. All’età di dodici anni Rick imparò a comunicare usando un computer al quale impartiva le istruzioni con i movimenti della testa. La prima frase che disse con questo dispositivo fu  Go Bruins!  ( Forza Bruins! , riferita ai Boston Bruins, una squadra di hockey di Boston), che fece notare alla famiglia la sua forte passione sportiva. La prima gara alla quale parteciparono fu una corsa di beneficenza su 5 miglia per un compagno di classe di Rick che si era infortunato giocando a  lacrosse.
Dick è un ufficiale in pensione della  Guardia Nazionale degli Stati Uniti d’America. Rick ha conseguito una laurea all’Università di Boston ed ora lavora al Boston College. Insieme continuano a gareggiare e svolgono anche attività di oratori motivazionali.
Il team Hoyt ha preso parte ad oltre mille eventi sportivi, tra cui 67 maratone e 234 gare di triathlon, sei delle quali di tipo  Iron Man.

Da Wikipedia.
Don’t qui poem.
When things go wrong, as they sometimes will,
When the road you’re trudging seems all uphill,
When the funds are low and the debts are high,
And you want to smile, but you have to sigh,
When care is pressing you down a bit,
Rest, if you must, but don’t you quit.

Life is queer with its twists and turns,
As every one of us sometimes learns,
And many a failure turns about,
When he might have won had he stuck it out;
Don’t give up though the pace seems slow–
You may succeed with another blow.

Often the goal is nearer than,
It seems to a faint and faltering man,
Often the struggler has given up,
When he might have captured the victor’s cup,
And he learned too late when the night slipped down,
How close he was to the golden crown.

Success is failure turned inside out–
The silver tint of the clouds of doubt,
And you never can tell how close you are,
It may be near when it seems so far,
So stick to the fight when you’re hardest hit–
It’s when things seem worst that you must not quit.

– Author Unknow

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