Hai presente quando, amaramente ti accorgi, che sei creditore di un’anima irriconoscente?

In Graffi sull'anima
Scorri
Hai presente quando, amaramente ti accorgi, che sei creditore di un’anima irriconoscente? In quel momento che s’insinua, come un cuneo, tra la gioiosa fiducia infantile e la disgregazione delle certezze che un po’, accompagna il divenire adulti; hai presente?

Quando mi capita di stare dalla parte giusta della barricata, e chissà quante volte non lo sono stato e non lo sarò , mi sento irrequieto.
Scrivo fino a tardi, sperando che le ore diventino piccole fino a scomparire e portino con sé quel senso di bruciore che mi prende alle tempie.
Hai presente?
L’ingratitudine è una di quelle giostre che ti porta solo nausea e vomito.
Un tagadà tarato male, che ti tocca sorbirti a malincuore, mentre pensavi che non ci saresti mai dovuto salire.
Come mai è così pesante ammettere che hai riposto male la tua fiducia?
Forse è perché crediamo che proprio a noi, a noi no, non capiterà di sbagliare.
E invece sbagliamo, a volte tanto, a volte meno, ma è inutile scappare.
Capiterà.
Capiterà anche agli altri con noi.
Poi penso anche che l’amareggiarsi per l’ingratitudine, è un ottimo segnale per il mio spirito.
Così almeno mi dico, divincolandomi violentemente dalle catene dei complessi di persecuzione con cui mi sono nutrito da bambino per tacitare i drammi rumorosi che non riuscivo a maneggiare e nessuno mi insegnava come.
Hai presente?
Ci è voluto del tempo per capire che è un buon segno.
Comprendere che patire per l’irriconoscenza segna un’ora bella, anche se per accorgertene  ci metti tanto o poco.
Ma tanto o poco, poco conta, che ognuno indossa il suo di orologio senza lancette.
E’ una questione di amore, con buona pace dei contabili e della partite doppie.
E’ la presenza dell’amore che lascia quel buco grande un pugno quando pensavi di meritare un riempimento.
Il buco lasciato è la prova del tuo sentimento, come un cratere sulla luna abbandonata dai suoi amanti terrestri, una volta che è passato il miracolo.
Non c’è male a stare male per l’ingratitudine, non c’è male a stare male per il troppo amore, la troppa fiducia, l’essersi sporti troppo dal balcone della vita.
E’ il prezzo che si paga per vivere un po’ più veloci, più profondamente, più a perdifiato allargando l’orizzonte.
Sì, è una buona cicatrice. Quelle di cui non ti curi se te la vedono. Quelle che valgono una vita.
Hai presente?

2 Comments

Comments are closed.

X

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi