Oggi il mondo è più complesso e volatile che in qualsiasi altro periodo della storia. "Al passo col futuro", di Joi Ito, direttore del Mit Lab, è una documentazione di un cambiamento radicale che richiede interpretazioni completamente nuove rispetto a quelle utilizzate per decifrare e affrontare il passato.
Visioni
Un treno che arriva. Gente che scappa in preda al panico. È una scena che ognuno di noi ha visto almeno una volta, un aneddoto mai verificato ma romanzato che racconta la nascita del cinema.
I fratelli Lumière sono gli inventori delle pellicole in movimento, del cinema, ma vengono ricordati principalmente per quella pellicola di pochi secondi. Si dice che gli spettatori non fossero stati avvisati, che il treno fosse troppo reale. Si dice anche che in realtà non accadde nulla e rimasero tutti al proprio posto. Non è questo il punto sul quale stare a discutere. C’è qualcosa di più importante.
I fratelli Lumière dopo pochi anni erano “uomini finiti”. Altri avevano iniziato a offrire “visioni”, come si chiamavano quelle pellicole che ritraevano momenti quotidiani. Dopo un paio di anni Auguste and Louis Lumière bollarono la loro invenzione come senza non redditizia e si misero al lavoro su un prototipo di fotografia a colori.
Intorno a loro nessuno fu sorpreso, l’idea comune era: “il cinema non ha alcun futuro”.
Una storia vista e rivista. Dissero così anche del telefono, delle auto, della lampadina, di Internet. Perché succede? Spesso la risposta più gettonata, soprattutto con il senno di poi, è “i tempi non sono maturi”.
Corretto. Ma cosa si intende con “tempi maturi”? Ecco, questo è un tema più interessante sul quale ragionare.
Potremmo dire che per “i tempi non sono maturi” intendiamo tutte le volte in cui un’idea, per quanto buona e lungimirante, non trova terreno fertile nell’ambiente in cui si diffonde. Perché succede? Questione di idee, di storie.
In ogni epoca succede che la tecnologia, intesa come ogni cambiamento, si sviluppi e diffonda a una velocità maggiore del cambiamento della società; spesso ancorata a concetti arcaici, obsoleti, non funzionali ma nonostante questo rassicuranti.
“Nessun uomo può volare”, per quanto sconfessato dalla scienza, è apparso molto più logico e sensato del progetto di un aeroplano. Così come “la terra è piatta” è apparsa l’unica possibile spiegazione del nostro mondo, per molto tempo – lasciamo perdere chi lo crede ancora…
È un po’ come quando nei corridoi di un’azienda o nella testa di chi fatica a trovare il proprio posto nel mondo si sente “abbiamo sempre fatto così”.

Gary Hamel, tra i massimi esperti di strategia e management, definisce questa situazione “entropia”: la differenza di velocità tra cambiamento interno ed esterno.
Joi Ito, direttore del Mit Lab, concorda ma individua il motivo e anche la soluzione nelle storie e nelle idee alle quali decidiamo di credere e che per questo plasmeranno le nostre vite.
Nota: ne avevamo parlato anche a proposito della Tecnologia delle Idee
E il mondo, questo mondo liquido e veloce, richiede davvero tante nuove storie. Molte perfettamente contrapposte a quanto è stato sin qui e quanto crediamo ancora.
È su questa premessa che si articola “Al passo con il futuro”, un libro ricco di aneddoti e riflessioni che invita ad abbracciare il futuro mettendo e mettendosi in discussioni.
Nel libro vengono affrontati 9 principi che ogni manager, ogni dipendente, ogni abitante del ventunesimo secolo potrà ritrovare familiare. E, qualora non succedesse, il libro avrà raggiunto comunque il suo obiettivo: stimolare la discussione, invitare il lettore a un approccio agnostico e che rifiuti tutto ciò che viene dato per scontato.
9 idee per stare al passo col futuro
“Le nostre tecnologie si sono sviluppate più velocemente della nostra capacità, come società, di capirle. Adesso dobbiamo rimetterci in pari.” Joi Ito
Di seguito una presentazione sintetica delle idee proposte nel libro. Come sempre, mi limiterò a una trattazione generale, lasciando al lettore il piacere di scoprire di più e riflettere in modo autonomo.

- Affioramento batte autorità
In passato eravamo abituati a un concetto di autorità fissa, riconosciuta formalmente, imposta. Oggi la digitalizzazione ha proposto un nuovo paradigma, l’affioramento: “i sistemi affioranti sono basati sulla premessa che ogni individuo all’interno del sistema possieda informazioni esclusive che gioverebbero al gruppo. “
Pensiamo a Wikipedia ma anche a Google. Può avere anche delle controindicazioni, pensiamo ad esempio alla situazione relativa ai vaccini… ma c’è anche del buono ed è ad ogni modo una tendenza da registrare e tenere in considerazione.
2) Pull batte Push
Da anni parliamo del ruolo di protagonista assunto dal cliente, si parla spesso di consum-attore. Lo stesso vale per qualsiasi dinamica possiamo osservare.
La logica pull sta non generare neppure l’offerta prima che sia emersa la domanda, opposta alla tendenza push per cui i consumatori non sanno cosa vogliono comprare sino a quando non gli viene proposto qualcosa.
Joi Ito presenta qui un esempio calzante, il successo di Wikipedia contro il fallimento di Encarta – l’enciclopedia Microsoft.
“Per un manager all’interno di un’azienda consolidata questo può implicare una riduzione dei costi, un incremento della flessibilità per reagire ai rapidi mutamenti delle circostanze e, soprattutto, uno stimolo per trovare la creatività necessaria per ripensare il modo in cui svolge il suo lavoro. Per un imprenditore – e usiamo il termine in senso lato, includendo chiunque abbia una buona idea e la passione di trovare un pubblico che la apprezzi – l’approccio pull fa la differenza tra successo e fallimento.”
3) Bussole batte mappe
Questo è il concetto secondo me più semplice da comprendere ma anche il più potente qualora applicato. In un mondo che cambia continuamente, avere una mappa non è più garanzia di risultato. Serve una bussola, valori cioè che guidino l’interpretazione dinamica dell’ambiente in cui ci troviamo e guidi l’azione, sempre diversa, per affrontare le circostanze nel modo migliore.
È un tema che porto spesso quando mi trovo a parlare a manager che hanno la responsabilità di guidare le proprie imprese e le proprie persone. Verso un futuro che non offre, oggi più che mai, contorni definiti.
Accettare e fare proprio questo principio, ha anche il merito di fuggire, una volta per tutte, da quelle formule “bianco o nero” che la vita sarà puntualmente pronta a sconfessare.
Penso sia un invito all’equilibrio, un equilibrio dinamico.
4) Rischio batte sicurezza
Questo principio penso meriti molta riflessione; si tratta di un argomento tanto attuale quanto “pericoloso”. A differenza di tutti gli altri punti proposti da Ito, penso che l’attuale società abbia già fatto proprio “rischio batte sicurezza”, sbilanciandosi sin troppo verso pensieri ed azioni che rinnegano la prudenza e ignorano i rischi.
Non dico dunque che l’autore proponga una visione sbagliata, anzi. Suggerisco di affidarsi non tanto al “demo or die” proposto nel libro, quanto all’invito molto più pragmatico di Nassim Taleb: corri piccoli rischi, evita catastrofi.
Di questo, per chi fosse interessato, ne parlerò ampiamente nel mio nuovo libro, “Alternative”, in uscita il 23 Ottobre 2019.
5) Disobbedienza batte conformità
Anche questo è un principio interessante, sul quale concordo ma che invito sempre a inglobare nel proprio arsenale e non seguire in modo esclusivo e acritico.
L’idea di fondo è più che corretta: “La disobbedienza, specialmente in ambiti cruciali come il problem solving, dà spesso frutti più significativi della conformità. L’innovazione richiede creatività, e la creatività, con grande frustrazione dei manager benintenzionati (e di quelli non proprio benintenzionati), richiede spesso libertà da ogni vincolo. In realtà possiamo andare oltre. Come ha mostrato Thomas Kuhn nel suo libro fondamentale La struttura delle rivoluzioni scientifiche, i nuovi paradigmi nascono quasi invariabilmente perché qualche scienziato non ha sposato l’idea prevalente”.
Per chi volesse approfondire questo punto, suggerisco anche la lettura di “Rebel Talent: Why It Pays to Break the Rules at Work and in Life” che ho trattato qui
6) Pratica batte teoria
Yogi Berra, leggendario giocatore di baseball, ha spiegato in modo semplice ed efficace questo punto: “In teoria non c’è differenza tra teoria e pratica. In pratica c’è “
Penso non ci sia molto altro da dire se non di ricordare sempre che i piani sono fatti per essere smentiti e la vita reale è sempre molto diversa da quanto possa essere spiegato in qualsiasi manuale. Nell’era dei social, in cui tutti sembrano di sapere come risolvere (i tuoi) problemi, è un principio ancora più urgente e importante.
7) Diversità batte capacità
Questo principio è sempre stato valido, oggi di più. In una società in cui l’affioramento batte l’autorità, sarà bene farsi guidare dalla contaminazione e sfruttare il più possibile il potere della diversità.
“Come ha scritto Larry Page, co-founder di Google, in un’e-mail indirizzata agli autori, «dovremmo considerare le differenze tra di noi come forme di talento. Per sfruttare questo talento ci vuole pazienza e pratica». Ciò rappresenta di per sé una sfida perché, quali che siano i suoi vantaggi, la diversità è una qualità che spesso abbiamo difficoltà a ottenere, e le sue conseguenze vanno ben oltre l’ambito del business.
8) Resilienza batte forza
“L’esempio classico che illustra il principio «Resilienza batte Forza» è la storia del giunco e della quercia. Quando soffiano venti di uragano la quercia, forte come l’acciaio, va in frantumi mentre il giunco, flessibile e resiliente, si piega e torna ad alzarsi al passar della tempesta.”
“YouTube offre un esempio eccellente di tale approccio. Nella sua prima versione era un sito di video incontri online chiamato Tune In Hook Up («Sintonizzati e “cucca”»). Fallì, ma il suo fantasma sopravvive su Archive.org, dove la prima schermata di YouTube.com include un menu con le opzioni «Sono maschio/femmina e cerco maschi/femmine/tutti di età compresa tra 18 e 99 anni». I fondatori di YouTube, però, si erano già resi conto che ciò di cui Internet aveva bisogno non era un altro sito di dating ma un modo semplice per condividere contenuti video. Avevano tratto ispirazione in parte da due eventi occorsi nel 2004. Uno fu il «problema di guardaroba» sperimentato da Janet Jackson al Super Bowl.* Esistevano migliaia di video di entrambi gli eventi, ma era difficile trovare i siti su cui erano pubblicati ed erano file troppo grandi da spedire come allegati di un’e-mail.
*Durante l’esibizione insieme a Justin Timberlake, l’abito della Jackson si spostò rivelando un capezzolo davanti a milioni di spettatori
Fu così che compresero che ciò del quale aveva bisogno il mondo fosse un sito in cui reperire e condividere facilmente video e nacque YouTube, quasi per come lo conosciamo oggi.
Il principio di resilienza di cui parla l’autore va dunque oltre il concetto classico (la quercia che si spezza vs il giunco che si flette e torna al suo posto. È anche e soprattutto l’invito a trarre vantaggi dal cambiamento; in qualche modo simile al principio di “anti fragilità” di cui parla Nassim Taleb.
9) Sistema batte oggetto
Questo principio è forse il più complesso e anche il più urgente da considerare. Siamo in una società in cui dovremmo iniziare a ragionare ben oltre quelli che sono i nostri tornaconti o l’impatto circoscritto delle nostre azioni e innovazioni.
“Il principio «Sistema batte Oggetto» riconosce che un’innovazione responsabile non richiede solo velocità ed efficienza. Richiede anche un’attenzione costante per l’impatto complessivo delle nuove tecnologie e una comprensione dei legami tra le persone, le loro comunità e gli ambienti in cui vivono. Le generazioni precedenti di innovazioni sono scaturite perlopiù dalla ricerca di un profitto individuale o aziendale – da domande come «Quali benefici mi dà questa cosa?», «Come posso usarla per far soldi?». Tuttavia, l’era in cui gli innovatori potevano sviluppare prodotti e interventi tecnologici nuovi senza considerarne gli impatti ecologici, sociali e reticolari è finita. Nel futuro l’impulso verso l’innovazione dovrà essere abbinato a una profonda attenzione per i suoi potenziali effetti sistemici.”
Spero possiate trovare in “Al passo col futuro” stimoli validi, quanto lo sono stati per me, per stare al passo col futuro e affrontare le sfide che la vita come sempre ci riserva. Buona lettura.

Manager, Advisor, Autore, Speaker|
Per oltre trent’anni sono stato nel mondo delle vendite, iniziando da agente sino ad arrivare ad occupare posizioni apicali in aziende come Diesel, Adidas, 55DSL, OTB.
Parallelamente ho iniziato ad avvicinarmi al mondo della motivazione e della crescita personale, convinto che spetti sempre a noi prendersi la responsabilità delle nostre esistenze.
Questo mi ha portato a studiare, cercare, testare, risposte ai continui quesiti della vita e del lavoro, come: “Perché alcune persone sono in grado di correre ultramaratone e altre faticano ad alzarsi dal divano?” “E perché le stesse persone che corrono una ultramaratona nel weekend, in ufficio svogliate ti rispondono: Prenditela tu la risma per la stampante?”
Da ormai vent’anni ho fatto di questo il mio lavoro e la mia missione, aiutando individui e organizzazioni a raggiungere gli obiettivi mantenendo la propria umanità.
Alcune delle aziende e organizzazioni con le quali ho collaborato, come formatore e speaker, comprendono: Amway, Banca Mediolanum, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Bayer, Calzedonia, Cassa Centrale ,CNA, Confartigianato, Confindustria, Giuffrè Editore, Herbalife, Juice Plus, Just Italia, JUUL, LIoyd’s, Liu·Jo, Lotto, Nespresso, Revlon, Scavolini, Sony Italia, UNIPD, Wella e molti altri.