3 Domande a Paolo Legrenzi

In Approfondimenti, La Grande differenza
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“Grandi idee, grandi decisioni” è un insieme di tre articoli di Daniel Kahneman e la prefazione è del Professore Paolo Legrenzi, una eccellenza italiana nel campo della psicologia cognitiva internazionale.

Grazie al supporto dell’editore Roi Edizioni ho potuto contattare il Professore Legrenzi per potergli porre le mie tre domande su un libro che delinea le insidie e i pregiudizi che possono alterare le nostre scelte e decisioni.

Alcuni spunti dal libro :

Bias e errori cognitivi che influenzano le nostre decisioni, portandoci ad essere troppo ottimisti e poco obiettivi, o a sopravvalutare ciò su cui stiamo lavorando.

Cultura aziendale e rischi per cui molti manager sono riluttanti a prendere decisioni rischiose che potrebbero portare a significativi ritorni economici.

L’Influenza del team che rafforza preconcetti esistenti piuttosto che sfidarli.

Per superare questi problemi, l’autore propone utili strumenti per garantire decisioni più ponderate.

Ecco le mie tre domande :

SZ Professore Legrenzi quali aspetti del processo decisionale ha evidenziato come fondamentali nella sua prefazione e come possono influenzare chi prende decisioni quotidiane?

PL L’aspetto cruciale del processo decisionale è la rappresentazione del problema. Questo perché la decisione scaturisce non tanto dal problema in sé ma da come è stato rappresentato. In linea generale il limite principale è costituito da una rappresentazione incompleta che non permette di vedere soluzioni migliori di quelle che emergono in modo spontaneo in quanto innescate dall’esperienza passata.

SZ Considerando l’analisi di Kahneman sui bias cognitivi, come valuta l’importanza di una cultura aziendale critica e bilanciata, specialmente quando le decisioni sono influenzate da tendenze confermative?

PL Molto importante è il clima aziendale volte a premiare un pensiero critico. Questa è la principale ricetta contro le tendenze confermative: facciamo così perché si è sempre fatto così in passato.

SZ Nel panorama aziendale odierno, come suggerirebbe di bilanciare cautela e innovazione per assicurare stabilità e ritorno economico e a livello individuale, come ritiene che le intuizioni del libro possano influenzare le decisioni quotidiane al di fuori del contesto aziendale?

PL La cautela è necessaria perché si avvale delle esperienze passate e, soprattutto, degli insegnamenti avuti dagli errori del passato. L’innovazione è necessaria quando il contesto decisionale muta e quindi usare le strategie del passato è improduttivo. L’abilità consiste nell’accorgersi che le cose cono cambiate e che la cautela non paga. Non facile perché si tende ad essere avversi al rischio.
Quasi tutti i bias che si manifestano nella vita aziendale ed economica si possono manifestare anche nelle decisioni quotidiane: la mente umana non è diversa dentro e fuori delle aziende.

Grazie al Professor Legrenzi per la gentilezza e disponibilità.

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