27 Gennaio. Una giornata terribile, una giornata meravigliosa.

In Graffi sull'anima, La Grande differenza

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Oggi è il 27 Gennaio, la giornata in cui molti di noi tentano di mettersi in pari con la coscienza. Una giornata triste, terribile. Ma anche una giornata meravigliosa per fare di più.

Oggi è stata una giornata dura.
Raffreddore, febbre, tosse. Meeting, clienti scontrosi, colleghi preoccupati, figli richiamati dai professori.
Auto guaste, traffico e nebbia, la multa di un ente su alcune gabelle di 10 anni fa dimenticate da una agenzia distratta.

Una giornata dura.
Stancante e logorante come un cappotto vecchio che non scalda per nulla.
Telegiornali sciamanti notizie ripiene di ansia. Pil in calo, inflazione, deflazione, stagflazione, Mib, spread, pedofilia e aggiotaggio. Scioperi e abigeato.

Una giornata dura.
Quasi l’una e sono ancora in auto per rientrare. È la caffeina a tenermi sveglio: 7 caffè. Un record. Mi batte la tempia come se fossi ad un concerto tecno. Vibro come una bandierina di mare agitato.

Una giornata dura.
Guido piano, il sonno mi stende.
Penso tutto il male possibile…

Ma quando tutto cade ecco una corda.
Accendo la radio. Mi fermo su un programma.
Mi fa compagnia un uomo che parla piano. Con parole semplici e scandite bene, intervallate da un tedesco che mi sembra ineccepibile. E racconta una storia di morte che noi non abbiamo vissuto e fingiamo, una volta l’anno di ricordare. Di commemorare. Anche se in fondo non ne sappiamo niente e se la maggior parte del tempo sembriamo avere problemi più urgenti da affrontare.

Si chiama Nedo Fiano. L’uomo che mi fa compagnia dall’altra parte della radio è Nedo Fiano. Uno scrittore italiano di origine ebraica, superstite dell’Olocausto, sopravvissuto nel campo di concentramento di Auschwitz. Uno dei più attivi testimoni contemporanei dell’esperienza dell’Olocausto in Italia.

Per chi volesse approfondire, la sua storia è raccontata anche in “Il coraggio di vivere”.

Vorrei che continuasse a parlare ma anche che non dicesse più niente. In ogni caso mi è bastato.

Arrivo a casa.
Non ho diritti, non ho stanchezza né tosse, né scuse né alibi per non scrivere.
Non posso stendermi sotto delle lenzuola pulite e calde se prima non do un cenno di vita. Un cenno vero.
Che mi dimostri che sono un uomo.

Devo dirmi qualcosa

Voglio dirmi che oggi è andato tutto bene, che ho avuto la mia parte di gioia non guadagnata.
Voglio dirmi ad alta voce che oggi non ho attraversato l’Europa in un vagone bestiame al freddo e al buio.

Che non ho dovuto abbracciare mia madre per abbandonarla per sempre.
Che non ho dovuto spogliarmi e spidocchiarmi o defecare in pubblico con altri centinaia di persone.
Che non ho sorriso e detto che non succederà niente a chi sta andando incontro a morte certa.
Che non ho visto i pesci saltare euforici nell’acqua per mangiarsi quello che resta di mogli, sorelle e madri.

Voglio dirmi anche che oggi non ho avuto in premio una legnata per il solo fatto di esserci. Ma non ho fatto molto perché non si ripeta. Scrivere è un primo passo. Per non dimenticare. Ma soprattutto per ricordare.

Ricordare, non solo non dimenticare

Ecco, quello che voglio ricordare è che ogni giornata è una giornata meravigliosa. Tra lavori da trovare, aziende da far crescere, budget da raggiungere e km percorsi in auto, anche con la tosse, è sempre una giornata meravigliosa.

Ogni giornata è una giornata meravigliosa. Tra lavori da trovare, aziende da far crescere, budget da raggiungere e km percorsi in auto, anche con la tosse, è sempre una giornata meravigliosa. Condividi il Tweet

Mai più

Oggi è il 27 Gennaio, la giornata in cui molti di noi tentano di mettersi in pari con la coscienza.
Una giornata triste e preziosa per ripromettersi un mai più.

Iniziando a fare qualcosa affinché non si ripeta. A partire dal vicino che ci sembra strano e dal collega che ci sembra diverso, o stronzo.

“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.  *

Prima vennero… è in origine un sermone del pastore Martin Niemöller sull’inattività degli intellettuali tedeschi in seguito all’ascesa al potere dei nazisti.

Una giornata per essere grati

Il solo fatto di essere qui a scrivere e leggere, e avere il lusso di pensare e progettare la nostra vita, dovrebbe renderci grati ogni momento.

Anche tra lavori da trovare, aziende da far crescere, budget da raggiungere e km percorsi in auto, anche con la tosse, è sempre una giornata meravigliosa.

Grazie. E avanti. Ad affrontare la vita e tutti i problemi che ci stanno dentro. Non come quelli che si sentono condannati a farlo. Ma come quelli che hanno la grande opportunità.

Per non dimenticare.

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